Services4SexWorkers
News
29 luglio 2008
ANLAIDS - Immigrati, Diritti e Salute
Associazione Nazionale per la Lotta all’AIDS. (ANLAIDS) onlus.
Presidente: Signora Fiore Crespi
 
Comunicato Stampa
 
Immigrati, diritti e salute
 
Le recenti notizie relative al pericolo della diffusione della Tubercolosi attraverso persone (si, proprio persone, non numeri sterili e lontani) non italiane hanno suscitato, in ANLAIDS, il bisogno di fornire alcune indicazioni ed alcuni dati che scaturiscono dall’esperienza clinica condotta su queste popolazioni in due città italiane: Roma e Palermo.
Vale la pena di sottolineare che, pur evidenziando una relativa maggiore diffusione di questa infezione tra le persone migranti e straniere, l’esperienza fin qui condotta ha messo in evidenza la scarsa contagiosità della tubercolosi, documentata dalla infrequente presenza del bacillo di Koch nell’espettorato. Questi dati, certamente rassicuranti, sono stati presentati alla Conferenza Euro-Mediterranea su “TBC e AIDS nelle Popolazioni Migranti”, tenutasi a Madrid lo scorso mese di giugno. Nel corso dei lavori, altre esperienze simili sono state riportate da gruppi di lavoro del Marocco, Spagna e Francia; tutti hanno convenuto sulla necessità di allestire efficaci programmi di screening per la precoce identificazione e cura.
Pertanto si deve cercare di trovare, in tutti i modi, il motivo che sta alla base di questa diffusa ed ingiustificata paura. 
Probabilmente lo straniero, la persona che viene da lontano, suscita, anche se sanissima, paure; paure di essere in qualche modo disturbati dalle realtà che ognuna di queste persone porta con sé: la povertà, la guerra, le torture, le migliaia di morti nel vicino Canale di Sicilia o, nei “lontanissimi” luoghi di provenienza, l’assoluta ed insopportabile disattenzione dei Paesi ricchi che ritengono, a torto, di non dover intervenire. Di non avere alcun “imperativo categorico”!
Concordiamo con il Presidente della Commissione Sociale della Conferenza Episcopale Italiana quando afferma che “dietro i numeri degli sbarchi, ci sono persone e risorse per lo sviluppo, non minacce per la sicurezza” ed aggiungiamo, per la salute pubblica.
A questo punto ci si chiede: quale valore, in assoluto, può avere la vita di una persona? Si può pensare che questo valore sia diverso in relazione al colore della pelle, alla cultura, alla religione di queste persone? Pensiamo di NO e riteniamo che i migranti che raggiungono il nostro Paese alla ricerca di un lavoro, accettando di svolgere tutte quelle attività che nessun italiano vuole più fare, non sono dei numeri, ma persone.
 
Fiore Crespi               Prof. Vincenzo Vullo      Dr. Tullio Prestileo                                                         
                                                                                                                                    
Presidente                    Clinica di Malattie Infettive            Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive            
Anlaids Onlus               Università La Sapienza             Ospedali Casa del Sole & Pisani – ASL 6
Roma                          Roma                                      Palermo                                                                       
 
 
 
 
 
ANLAIDS/Comunicato Stampa Migranti Diritti & Salute. 27 luglio 2008