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23 maggio 2016
EACS BOLLETTINO DI AIDS CLINICAL SOCIETY 2015
EACS 2015 - Terzo Bollettino
 

LILA Onlus - Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids, in collaborazione con
LILA, è lieta di fornirti la copertura scientifica ufficiale on-line della 15a Conferenza Europea sull'AIDS, organizzata dall'European AIDS Clinical Society (EACS 2015), in corso a Barcellona, in Spagna, dal 21 all 24 ottobre 2015.
Le nuove linee guida EACS raccomandano la terapia antiretrovirale per tutti
Le nuove linee guida per la gestione clinica dell’infezione da HIV dell’European AIDS Clinical Society (EACS), presentate la settimana scorsa alla 15° Conferenza Europea sull’AIDS, mettono l’Europa al passo con il resto del mondo raccomandando di far iniziare la terapia antiretrovirale a chiunque immediatamente dopo la diagnosi. I farmaci di backbone raccomandati per la terapia di prima linea sono tenofovir ed emtricitabina (Truvada) o abacavir/lamivudina (Kivexa).
Nuova formulazione del tenofovir si mostra più sicura
Uno studio presentato la scorsa settimana alla 15° Conferenza Europea sull’AIDS Conference ha mostrato un miglioramento del profilo di sicurezza di un combinato contenente una nuova formulazione del tenofovir, che ha recentemente ottenuto l’approvazione scientifica per l’immissione sul mercato nell’Unione Europea. Si tratta del tenofovir alafenamide (TAF) della Gilead Sciences, un nuovo profarmaco che rilascia il principio attivo nelle cellule infettate dall’HIV più efficacemente della formulazione attualmente impiegata, il tenofovir disoproxil (Viread, contenuto anche in Truvada, Atripla, Eviplera e Stribild).
Il rischio di infarto aumenta con la durata dell’infezione HIV, a prescindere dall’età
Una persona che ha contratto l’HIV da dieci anni ha un rischio di infarto due volte maggiore rispetto a chi ha appena contratto l’infezione, a prescindere dall’età che aveva quando si è verificata la sieroconversione e al netto degli effetti dell’invecchiamento: è quanto emerge da un’indagine condotta su un bacino di 18.468 persone HIV-positive. Si tratta di uno studio realizzato dalla CASCADE Collaboration all’interno di EuroCoord su otto coorti di pazienti in Europa e Nordamerica, con lo scopo di stabilire quanto l’infezione da HIV e l’immunosoppressione incidano sul rischio di infarto del paziente HIV-positivo singolarmente, senza cioè considerare il rischio legato all’assunzione di antiretrovirali o ad altri fattori di rischio noti.
Sotto-studi di START
Lo studio START (Strategic Timing of Antiretroviral Treatment) è stato disegnato per trovare risposte alla questione di quando sia opportuno iniziare la terapia antiretrovirale (ART), soprattutto nei pazienti che hanno conte di CD4 ancora elevate. A questo scopo sono stati arruolati individui con conte di CD4 superiori a 500 che sono stati randomizzati per iniziare subito la terapia o rimandarla.
Altri sotto-studi di START hanno invece preso in considerazione eventuali alterazioni della funzionalità polmonare e delle capacità neurocognitive.
Epatite C e mortalità: si può curare tutto con la terapia?
Il trattamento per l’epatite C che esita in una risposta virologica sostenuta (SVR) – generalmente considerato la cura dell’epatite C – è risultato associato a un rischio inferiore di morte per malattia epatica e a tassi di sopravvivenza complessivamente più elevanti in un’analisi condotta su 3500 pazienti affetti da coinfezione HIV/HCV (il virus che causa l’epatite C), secondo una presentazione presentata alla Conferenza. Uno studio collegato ha riscontrato che, sebbene alcune patologie epatiche siano effettivamente in diminuzione nel tempo, il tumore al fegato rappresenta ancora un grave rischio per le persone con coinfezione.
Il nuovo inibitore della maturazione della BMS
L’inibitore della maturazione di seconda generazione BMS-955176 della Bristol-Myers Squibb ha mostrato di avere una buona attività antivirale contro l’HIV di sottotipo B e C in un piccolo studio ‘proof-of-concept’ ed è risultato sicuro e ben tollerato: lo hanno annunciato gli autori alla Conferenza. La terapia antiretrovirale (ART) consiste in un insieme di farmaci che colpiscono l’HIV in diverse fasi del suo ciclo di vita. Nessuno dei farmaci attualmente approvati, però, agisce sulle fasi di assemblaggio delle componenti virali, maturazione e fuoriuscita dalla cellula ospite.